Carissime & Carissimi

Vi invio con piacere una bella riflessione dell’amico Gilberto Ferrari, socio dell’A.I.T.Sa.M di Verona e abituale frequentatore degli eventi di nazionali di Parole ritrovate. Grazie Gilberto!

Il vostro segretario

Renzo

 

Le Parole Ritrovate – 24° INCONTRO NAZIONALE – Barletta, 24-25-26 Ottobre 2024

Mi è stato chiesto di fare una relazione su quanto si è ascoltato e vissuto durante il convegno nazionale a Barletta, e nel confronto tra diverse associazioni, riguardo ai progetti realizzati o in corso di realizzazione, utilizzando i principi delle “Parole Ritrovate” e del “fare insieme”.
Sinceramente, mi sono sentito in difficoltà nell’esprimere tutto ciò che è stato detto e fatto in questi tre giorni di incontri. A tal proposito, verrà elaborato un riassunto video che chiunque desideri potrà ricevere e visionare.

Tuttavia, durante questi giorni, è emersa in me una riflessione che desidero condividere.
Dal 2018, su invito di Franco Bocchi, ho sempre risposto affermativamente alla partecipazione a questi convegni. Ma quest’anno mi sono chiesto: perché lo faccio?

Forse per fare un viaggio nella nostra bella Italia e allontanarmi dai problemi quotidiani. Forse per stare insieme a vecchi amici e condividerne le emozioni. Oppure, e non escludo, per una sorta di masochismo, visto che, dai racconti, testimonianze e video, la mia fragilità emotiva viene messa a dura prova.
Non sapevo che, andando avanti con gli anni, il coinvolgimento emotivo aumentasse, e con esso anche le lacrime.
Durante questi convegni, che trattano tematiche molto importanti, sono presenti tanti operatori “alla pari” con i quali confrontarsi (ESP, psichiatri, psicologi, infermieri, utenti, familiari di utenti). Mi sono chiesto se potessero darmi qualche consiglio su questa patologia.

Il tempo a questi incontri passa molto velocemente, e le testimonianze delle attività create a supporto delle persone – siano esse musicali, teatrali, pittoriche, poetiche, lavorative, abitative – mi hanno dato un senso concreto di quanto amore ci sia per il prossimo.

I collegamenti in videoconferenza con Giappone e India mi hanno mostrato che siamo anche esportatori di amore e che il “fare insieme”, nella valorizzazione delle persone, è un processo universale nel percorso di guarigione.

La domanda ovvia che senz’altro nasce in ognuno di noi è: cosa si sta facendo a Verona?

Grazie ai nostri operatori A.I.T.Sa.M e al gruppo AMA, che con tanto sacrificio e amore si stanno attivando, sta partendo un progetto chiamato Recovery College, ovvero un progetto di accompagnamento alla guarigione basato sui principi de “Le Parole Ritrovate”.
I tempi saranno lunghi e il percorso non sarà facile.

Concludo, prendendo spunto da una scritta che ho letto una mattina presto a Barletta, mentre passeggiavo da solo, in attesa dell’inizio del congresso. Era scritta su due porta-fiori in legno bianchi appesi a un muro.

Su uno c’era scritto: “Sembra sempre impossibile, finché non viene fatto.”

Sull’altro: “Non fare caso a me.
Io vengo da un altro pianeta.
Io ancora vedo orizzonti
dove tu ancora disegni confini.”

Sono a disposizione per domande, commenti e chiarimenti.

Gilberto Ferrari, A.I.T.Sa.M. Verona, mail g.ferrari@italiantouch.eu